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Il suo nome significava “cielo”, e degli spazi celesti Urania conosceva anche i minimi dettagli. Affascinante Musa dell’astronomia, era spesso raffigurata come una giovane maga, con una veste di seta azzurra, la testa coronata di stelle e, al fianco, un grande globo raffigurante la volta celeste. Ma tra le mani Urania teneva quasi sempre un compasso, a riprova degli stretti legami che, per i Greci, intercorrevano tra l’astronomia, la geometria e la matematica.
Divinità priva di un ciclo mitologico proprio, Urania era una delle nove Muse, le dee ispiratrici del canto e di tutte le attività intellettuali. Dette anche Eliconie perché avevano sede sul monte Elicona, in Beozia, le Muse in origine erano appena tre. Solo in età classica si cominciò a considerarle nove, anche se alcuni autori ne ridimensionavano il numero a quattro, sette oppure otto.
Al pari delle altre Muse, Urania era figlia della dea della Memoria Mnemosine e del signore dell’Olimpo Zeus, che avevano generato le nove sorelle nel corso di altrettante notti d’amore.
La patrona dell’astronomia aveva dunque origini assai nobili, poiché tra i suoi antenati poteva vantare i tre sovrani che si erano succeduti sul trono del cosmo dall’inizio dei tempi: il primordiale Urano, che della giovane musa era nonno materno; il terribile Crono, a cui Urania era legata tramite il padre Zeus; e, appunto, Zeus, grazie al quale Urania e le sue sorelle – caso quasi unico al di fuori della cerchia degli dèi più potenti – avevano il privilegio di poter risiedere sull’Olimpo. Altre tradizioni mitologiche attribuivano invece a Urania – e alle Muse in genere – un’origine differente, facendole discendere da Urano e Gaia oppure da Armonia, la bellissima dea della concordia, e da un padre di identità misteriosa.
Fonte: http://mitologia-mythos.blogspot.com/2012/11/urania.html
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