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Ἀφροδίτη in greco, Afrodite era, nella religione e nella mitologia greca, la dea della bellezza, ma anche della fertilità, dell’amore e della procreazione. Secondo alcuni, si tratta di un culto di derivazione orientale, per altri invece di derivazione fenicia. In ogni caso, fu ellenizzata da Omero nell’Odissea, poema nel quale è scritto che è originaria di Pafo, nell’isola di Cipro. La dea Afrodite era una delle dee più importanti e venerate nel pantheon greco, a lei furono dedicati moltissimi templi, culti e celebrazioni religiose. Nei poemi e nelle diverse versioni dei miti, si presenta spesso come dea gelosa, passionale, consapevole della propria bellezza, sensuale e facile all’ira ed alla vendetta, soprattutto nei confronti di coloro che pretendono di strapparle i suoi amanti, o anche solo di volerli condividere.
La dea, che i Romani rinominarono Venere, era secondo Omero figlia di Zeus e della ninfa Dione, figlia a sua volta di Urano e Gea. Secondo Esiodo, invece, la dea nacque dalle spuma del mare fecondata dai genitali di Urano, che Crono aveva evirato nella sua ribellione. L’immagine della nascita della dea in un ambiente primaverile, dove la natura sboccia e tutto fiorisce e rinasce insieme all’arrivo della dea, vista come portatrice di fertilità, è presente in moltissime opere, tra cui il De Rerum Natura del poeta latino Tito Lucrezio Caro, nonché nel famoso dipinto di Botticelli, la Nascita di Venere. Nelle raffigurazioni infatti la natura che la circonda è rigogliosa e pura, incontaminata e perfetta, mentre la dea è di una bellezza che solo la più bella delle dee poteva avere: un viso etereo, dei lunghi boccoli biondi che le percorrono tutta la schiena, ed un espressione di serafica e celestiale dolcezza. Ad Afrodite erano sacre molte piante, come la rosa, il mirto ed il papavero, e diversi animali, come la lepre, la colomba, il delfino, il cigno ed il passero (per quanto riguarda quest’ultimo, è d’obbligo citare l’Ode ad Afrodite di Saffo, invocazione simile ad un inno religioso, nel quale la dea scende in terra su un carro alato trainato da passeri ed altri uccelli, per alleviare le sofferenze amorose della poetessa di Lesbo).
Nei poemi omerici la presenza di Afrodite è spesso rimarcata. Nell’Iliade, ha il ruolo di difendere il figlio Enea, troiano, generato con Anchise (cugino di Priamo). Dunque, nella guerra, sta dalla parte dei Troiani. Tuttavia, si evidenzia anche il fatto che non è per nulla dedita alla guerra: infatti in battaglia, mentre cerca di proteggere il figlio, viene ferita dal temibile eroe greco Diomede, e sebbene venga poi curata dal medico degli dei, Peone, Zeus per questo la rimprovera. Ancora prima dell’inizio della guerra di Troia, tuttavia si deve citare il suo ruolo nel mito del giudizio di Paride: infatti fu lei a essere scelta come dea più bella, in competizione con Era ed Atena. In cambio, Afrodite diede a Paride l’amore della donna più bella del mondo, Elena, moglie dell’Atride Menelao; inoltre nel terzo libro dell’Iliade la dea protegge, oltre al figlio, anche Paride. Nell’Odissea, invece, viene presentata come moglie del deforme dio Efesto, ed amante di Ares, col quale viene colta sul fatto proprio dal marito.
Il culto di Afrodite era considerato molto seriamente: era celebrata con feste periodiche, come ci dice Plutarco, inoltre la dea veniva celebrata anche nelle feste in onore di Poseidone. Fra i numerosissimi epiteti e titoli riferiti alla dea, citiamo i più comuni: Cipride, o Ciprigna, in riferimento al mito esiodeo della sua nascita; Ambologera (“che non invecchia mai”), Citerèa, Vergine, Aurea, Celeste, Signora. Innumerevoli anche gli amanti, ed i corrispettivi figli di Afrodite. I più rilevanti sono: Adone, da cui ebbe Priapo, Anchise, da cui ebbe Enea, Ares, da cui ebbe Eros, Deimos, Anteros e Phobos, poi Dioniso, da cui ebbe Cariti, Ermes, da cui ebbe Eunomia, Poseidone, da cui ebbe Rodo, e Pigmalione, da cui ebbe Pafo.
Fonte: https://www.sullacrestadellonda.it/mitologia/afrodite.htm
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